La mobilità dentale è un disturbo che causa il movimento di uno o più denti, e le origini possono essere molteplici. Causata spesso dalla paradontite – infezione che provoca un progressivo sfaldamento dei tessuti che sostengono il dente – a far muovere i denti possono essere anche traumi, ascessi dentali a seguito di carie o anche apparecchi ortodontici che sottopongono il dente ad uno sforzo maggiore. In particolare modo, per le donne incinte è importante mantenere una corretta igiene orale durante tutta la gravidanza: spesso possono avvertire questi sintomi a le cause sono proprio gli squilibri ormonali che causano uno stato infiammatorio e di sofferenza dei tessuti paradontali.
La prima cosa da fare per valutare la salute della propria dentatura è valutarne il grado di mobilità con l’aiuto di un dentista. Nello specifico:
- Grado 0: con mobilità fisiologica praticamente impercettibile di 0,2 mm;
- Grado 1: mobilità vestibolo/linguale, in avanti e indietro, di 0,2/1 mm, per denti che si muovono leggermente;
- Grado 2: mobilità vestibolo/linguale superiore a 1 millimetro e inferiore a 2 millimetri, si parla di denti mobili;
- Grado 3: è il livello massimo di gravità, la mobilità in senso vestibolo linguale e mesio/distale, destra e sinistra, supera i 2 millimetri e vi è mobilità anche in senso verticale, quest’ultimo è segno di una completa distruzione dei tessuti di sostegno, per un dente molto mobile e che “dondola”.
Prima di pensare alla terapia, è necessario formulare una corretta diagnosi, in base allo status della bocca, della qualità dell’igiene orale, o dalla presenza di denti affetti da patologia cariosa. In ogni caso potrebbe servire una radiografia ortopanoramica o una serie di radiografie endorali – più dettagliate – per avere una visione completa. Una volta portate a termine le opportune valutazioni si potrà inquadrare il paziente in programmi di igiene professionale e terapie parodontali, chirurgiche e non chirurgiche. In base al grado di mobilità dentale sono possibili diverse soluzioni: in presenza di grado 1 per salvare i denti spesso è sufficiente mantenere un’igiene orale impeccabile, con regolari sedute di igiene dentale con detartrasi e scaling radicolare, e controlli ogni 3 o 6 mesi, in base alla situazione riscontrata. Spesso viene utilizzato anche il laser per la pulizia delle tasche ossee e gengivali oppure, nei casi più gravi, la chirurgia parodontale resettiva o rigenerativa. Quando si ha una mobilità più elevata, grado 2, bisognerà valutare la durata sul lungo termine. Nel gruppo frontale, soprattutto inferiore, spesso effettuano dei bloccaggi o splintaggi parodontali, con i quali i denti vengono uniti tra loro con l’ausilio di fibre di vetro e resine composite e abbassati dall’occlusione, per permettere una durata maggiore nel tempo.
Qualunque sia il grado di mobilità dentale è importante recarsi dal dentista per effettuare una completa diagnosi e farsi consigliare il trattamento più idoneo alla propria situazione!