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L’edentulismo è una condizione che comporta la perdita totale o parziale dei denti. Le cause scatenanti possono essere le più svariate: un problema trascurato di carie, una malattia del parodonto o altre patologie sistemiche gravi, un’alimentazione scorretta o traumi dentali diretti.

Le conseguenze di questo disturbo possono essere più o meno gravi, a seconda dell’estensione della malattia. Quella più evidente è sicuramente l’alterazione della fisionomia, derivata dalla mancanza parziale o totale della dentatura: un aspetto visibile ad occhio nudo che oltre a provocare un inestetismo, suscita sentimenti di disagio e imbarazzo in chi ne soffre.

Ma gli effetti più debilitanti dell’edentulismo sono soprattutto funzionali. L’assenza di parte o dell’intera dentatura, infatti, può:

  • compromettere la masticazione, costringendo il soggetto a sovraccaricare le zone in cui sono ancora presenti i denti;
  • danneggiare la struttura ossea, che tende a ritirarsi per la mancanza dei denti negli alveoli;
  • mettere a rischio i denti sani che perdono stabilità e tendono a spostarsi per occupare gli spazi vuoti.

Il problema dell’edentulismo può essere arginato se si interviene tempestivamente: per questo è bene non sottovalutarlo e sottoporsi a controlli periodici dal dentista. La perdita dentale può essere compensata con protesi fisse o mobili, quelle che in gergo vengono definite “dentiere”, o con un intervento di implantologia a carico immediato che consente di riottenere una dentatura in tutto simile a quella naturale.