La perimplantite è un’infezione dei tessuti circostanti l’impianto, cioè osso e gengiva, che può portare al riassorbimento progressivo dell’osso e addirittura, se non opportunamente controllata, alla perdita dell’impianto stesso. Viene identificata come una particolare patologia che si presenta proprio nel momento in cui, nella bocca di una persona con un impianto dentale, si verifica un’infezione. Scopriamo insieme quindi, quali sono i sintomi, le cause, e gli eventuali rimedi a questa infezione.
Le cause della perimplantite
Le principali cause della perimplantite possono essere di varia natura, e ognuna comporta questa patologia. Ognuna delle cause che andremo ad elencare, infatti, fa aumentare il numero di batteri presenti nella bocca del paziente e nel momento in cui un gruppo prevale sull’altro, la patologia si sviluppa. La causa principale è la scarsa igiene orale; per questo occorre lavarsi i denti e gli impianti in maniera regolare. Le altre cause possono riguardare uno sbalzo ormonale o una patologia che comporta una differenziazione tra il livello di batteri.
I sintomi della perimplantite
Il primo sintomo che il paziente può percepire sta nel cambiamento del colore della gengiva, nelle zone vicine all’impianto. La gengiva infatti assume una colorazione più chiara o più scura rispetto a quella della bocca. Il sintomo può proseguire e provocare arrossamenti, gonfiori gengivali fino al sanguinamento della gengiva.
Un altro segnale è la presenza di pus all’interno della bocca, presente in quantità medie, proprio nella zona in cui si trova l’impianto dentale. Il tutto accompagnato comunque da un dolore costante durante l’arco della giornata.
La prevenzione della perimplantite
La prevenzione della perimplantite è una delle cose più importanti è fondamentale, perché prima ne viene accertata la presenza più alta è la possibilità di contrastarla in maniera efficace. È importante proprio in tema di prevenzione, che gli impianti non abbiano superfici ruvide così da evitare l’accumulo di batteri sulla superficie dell’impianto stesso. Da non sottovalutare anche che il paziente, dopo essere stato sottoposto a terapia implantare, venga seguito ogni 3/6 mesi da professionisti o igienisti dentali, così da evitare l’accumulo eccessivo di placca al livello della superficie dell’impianto e dei tessuti perimplantari.
Il trattamento della perimplantite
Il trattamento della perimplantite può essere svolto secondo differenti modalità a seconda della gravità della problematica.
Vengono utilizzati principalmente il laser, in combinazione con terapia particolari gel antibatterici, quando l’infiammazione è riscontrata a livello della gengiva con lieve o quasi nessun interessamento osseo.
Quando invece la problematica è più grave, ovvero è già presente un riassorbimento osseo evidente, si può intervenire in due modi:
- Nel primo viene resa liscia e lucida agenti chimici e/o meccanici la superficie esposta dell’impianto, di modo che i batteri non riescano più ad attaccarcisi. In questo modo la gengiva si “riattaccherà” più in basso rispetto al dente, ma si salverà l’impianto.
- Nel secondo, la detersione chimica e meccanica sarà propedeutica a un intervento che avrà lo scopo di rigenerare l’osso perduto, garantendo in questo modo la possibilità di mantenere la gengiva attaccata al dente dove stava prima della malattia.
Detto questo, come anticipato, la cura migliore per la perimplantite, come nel caso di ogni malattia, è la prevenzione. Per cui lavare i denti, soprattutto quelli che collegati ai nostri impianti è fondamentale perché il livello di batteri sia mantenuto costantemente al di sotto del livello di guardia.
Se faremo questo, magari utilizzando uno spazzolino a ultrasuoni e un buon colluttorio una volta al giorno, la perimplantite sarà scongiurata e la vita dei nostri impianti sarà lunghissima e prospera.