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Un dente che è stato sottoposto a un trattamento endodontico, ossia di devitalizzazione, può non guarire nei tempi previsti o continuare a dolere nonostante la terapia. In questo caso, risulta necessario ricorrere ad un secondo trattamento di endodonzia, anche chiamato ritrattamento.

I motivi più comuni per cui si deve ricorrere ad un ritrattamento endodontico sono due:

  • L’incompleta detersione e otturazione dei canali – perché il trattamento vada a buon fine, infatti, è necessario svuotare completamente i canali delle radici dalla polpa dentaria, e poi disinfettarli e otturarli nella loro interezza.
  • Una nuova infezione – provocata, ad esempio, da una frattura della radice, oppure da una nuova carie che, distruggendo la corona del dente, ha esposto l’otturazione ai batteri.

Durante il ritrattamento endodontico, il dente viene nuovamente aperto e i canali di nuovo detersi e otturati. Se il dolore continua a persistere anche dopo il secondo intervento, può essere necessario ricorrere  alla chirurgia endodontica, con la cosiddetta apicectomia, che consiste nell’asportazione dell’apice infetto della radice del dente, o all’estrazione definitiva del dente.