Bifosfonati
I bifosfonati sono una classe di farmaci impiegata per contrastare la perdita di densità ossea.
Sono così chiamati perché contengono due gruppi fosfonati. Tra le possibili indicazioni terapeutiche troviamo:
- la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi
- l’ipercalcemia
- il Morbo di Paget
- condizioni osteometaboliche alterate
- condizioni tumorali che coinvolgano o possano coinvolgere l’apparato scheletrico
Come funzionano i bifosfonati?
Una volta assorbiti, i bifosfonati interagiscono con gli osteoclasti, le cellule che si occupano del riassorbimento osseo, inibendone la proliferazione e accorciandone la vita media.
Sono impiegati con diversi dosaggi, vie di somministrazione e durata, a seconda della terapia prescritta.
Bifosfonati e cavo orale
L’assunzione dei bifosfonati può avvenire in tre modalità differenti:
- orale
- intramuscolo
- endovenosa
Per ognuna di queste modalità sussiste un rischio legato a manovre di tipo chirurgico che coinvolgono la bocca (come ad esempio un’estrazione).
Il rischio maggiore si verifica nel caso in cui questi farmaci vengano assunti per via endovenosa: una manovra chirurgica eseguita nel cavo orale può provocare una ferita ossea che non guarisce ed esita in una progressiva distruzione e necrosi dell’osso mandibolare e/o mascellare.
I sintomi associati a questo disturbo possono essere:
- la comparsa di infezioni nel cavo orale
- l’esposizione dell’osso mascellare/mandibolare
- l’alitosi
- l’alterazione della sensibilità delle labbra
È importantissimo informare sempre il proprio dentista sulle terapie farmacologiche in atto, ed effettuare una visita attenta e una valutazione del cavo orale prima di iniziare un trattamento con questo tipo di farmaci.
Se si ha in programma una futura assunzione di bifosfonati è sempre importante contattare il proprio dentista di fiducia e sottoporsi a un’attenta visita, mettendo in atto tutte quelle manovre volte a un consolidamento della situazione della bocca che possano prevenire potenziali problematiche future.