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Con il termine osso alveolare si intende quella porzione di osso mascellare all’interno della quale si inseriscono i denti, e che insieme alla gengiva, al cemento e al legamento parodontale forma il parodonto, un complesso di tessuti che svolgono la funzione di sostegno e di collegamento dei denti alle ossa mascellari. L’osso alveolare è composto da una parte organica e da una inorganica: la prima, più morbida, è costituita da fibre di collagene, la seconda, più dura e compatta, è formata da idrossido di calcio.

L’osso alveolare è sottoposto ad un processo continuo di rimodellamento per effetto di cellule dette osteoclasti ed osteoblasti che si attivano in caso di stimoli provenienti dall’esterno (ad esempio, dalla masticazione), e che producono delle variazioni nello spessore e nella densità dell’osso. I denti, di conseguenza, sono soggetti ad un movimento costante e possono spostarsi anche in individui di età avanzata.

Sono diverse le patologie che possono colpire l’osso alveolare. Tra le più frequenti, la parodontite che provoca la distruzione delle fibre del legamento parodontale e la demineralizzazione dell’osso alveolare con conseguente scomparsa della parte inorganica.

In caso di perdita o di estrazione di un dente, l’osso alveolare viene nel tempo interamente riassorbito e l’alveolo tende a scomparire creando una situazione di atrofia risolvibile solo attraverso un trattamento di rigenerazione ossea.