Vai al contenuto

La pulpotomia è un intervento che prevede l’asportazione della polpa dentaria presente nella corona, ossia nella parte del dente visibile dall’esterno, e la conservazione della polpa del canale radicolare (nel caso vengano rimosse entrambe, si parla di devitalizzazione). È un’operazione che viene eseguita principalmente sui denti decidui, meglio conosciuti come denti da latte, ma può essere applicata anche sui denti permanenti. L’intervento di pulpotomia viene svolto in anestesia locale e può durare dai 30 ai 45 minuti circa: è veloce, indolore, e può causare un leggero gonfiore temporaneo della gengiva che si assorbirà nei giorni successivi all’operazione.

Lo scopo del trattamento è quello di salvaguardare il dente mantenendolo vitale all’interno del cavo orale: soprattutto nei soggetti in crescita, infatti, l’asportazione di un dente può provocare lo spostamento di tutti gli altri, alterando così la forma dell’arcata dentaria.

Si fa ricorso alla pulpotomia quando una carie attacca la polpa dentaria dopo aver eroso la corona, provocandone quinidi l’infiammazione: questo disturbo è chiamato, in odontoiatria, pulpite, e si manifesta attraverso sintomi come il dolore e l’elevata sensibilità. La pulpite viene solitamente diagnosticata con un esame fisico o mediante una radiografia.

La prevenzione, in questo caso, gioca un ruolo fondamentale: adottando una buona ruotine di igiene orale e un’alimentazione sana, ed eseguendo dei controlli dentistici periodici, un disturbo come quello della pulpite può essere tranquillamente evitato.